Il Rettore di Unitelma Sapienza prof. Antonello Folco Biagini ha fatto sapere nella seduta del 15 marzo 2022 che il Consiglio di Amministrazione dell’Università ha scelto di estendere il progetto “Non fermarti, con UnitelmaSapienza vai a 1.000!” ai ragazzi ucraini iscritti all’ateneo, tenendo conto della nota della Ministra dell’Università Maria Cristina Messa.
Ricordiamo che a giugno 2020 il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, a causa della pandemia, ha istituito 1.000 borse di studio per l’iscrizione agevolata ai propri corsi di studio ed anche ai master. “Ritengo che Unitelma Sapienza debba collocarsi tra i soggetti che vogliono contribuire – nell’ambito dei propri fini istituzionali, etici e sociali – al sostegno dei giovani, in particolare di quelli meritevoli e in situazioni di disagio economico”, aveva dichiarato a suo tempo Biagini.
Le borse di studio in questione prevedono l’abbattimento della prima rata del primo anno di corso di 650 euro: basterà iscriversi sul sito ufficiale dell’università, fare la domanda di immatricolazione e specificare il tutto nella sezione Convenzioni Polo di Torino.
Sempre il Rettore ha sollecitato anche il Consiglio di Dipartimento per altri progetti che si rivolgono ai dottorandi, ricercatori e professori ucraini, e di incrementare l’iniziativa Erasmus+ già in vigore con l’Università di Yaroslav Mudryi National Law University, Kharkiv. Infine il prof. Mario Carta, ordinario di diritto dell’Unione europea, è stato incaricato da Biagini con delega agli Affari Europei a seguire tutti questi progetti in atto.
Ricordiamo che Unitelma Sapienza non è l’unica università telematica che sta aiutando il popolo ucraino: l’Università Telematica Niccolò Cusano ha recentemente deciso di investire un milione per beni di prima necessità da mandare nelle zone di guerra e più di un milione per il diritto allo studio. Sono disponibili inoltre 300 borse di studio per persone ucraine e inoltre il campus di via Don Carlo Gnocchi a Roma sta ospitando donne e bambini che sono scappati dalle zone di guerra, grazie a 35 alloggi per un totale di oltre 80 posti letto.