Il Senato della Repubblica – con 184 voti favorevoli, nessuno voto contrario e nessuna astensione – ha approvato ufficialmente ad ottobre 2021 il disegno di legge che prevede l’abolizione dell’esame di stato per alcune professioni. Il titolo di studio quindi sarà sinonimo dell’abilitazione stessa alla professione. Ma come funziona il Ddl laurea abilitante, già prevista dal Recovery Plan?
Ricordiamo che il primo corso di laurea per cui era stata eliminata l’abilitazione è stata quello di medicina a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Attualmente ecco le altre classi di laurea interessate a questa riforma:
- Magistrale a Ciclo Unico in Odontoiatria e Protesi Dentaria (classe LM-46)
- Farmacia e Farmacia Industriale (classe LM-13)
- Medicina Veterinaria (classe LM-42)
- Laurea Magistrale in Psicologia (classe LM-51)
- Professioni Tecniche per l’Edilizia e il Territorio (classe LP-01)
- Tecniche Agrarie, Alimentari e Forestali (classe LP-02)
- Professioni Tecniche Industriali e dell’Informazione (classe LP-03)
Specifichiamo che questa legge verrà applicata “a decorrere dall’anno accademico successivo a quello in corso alla data di adozione“. Inoltre il tutto sarà valido sia per le università statali e non statali legalmente riconosciute, ma anche per le università telematiche.
In realtà gli studenti avranno dei crediti formativi aggiuntivi da raggiungere durante il percorso di studi tradizionale. Per esempio i futuri odontoiatri, farmacisti e psicologi, dovranno avere almeno 30 CFU di un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi di studio. Lo stesso vale per i futuri chimici, fisici e biologi che però in aggiunta dovranno sostenere una prova pratica valutativa.
C’è anche l’opzione di allargare in futuro il campo delle lauree abilitanti: questa possibilità potrà essere approvata con regolamenti di delegificazione, perciò non ci sarà più bisogno di una legge, come richiesto al momento. Il ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa è soddisfatta per questo obiettivo raggiunto perché “è il segno che l’attenzione verso i giovani sta davvero tornando protagonista nel Paese”.