“Didattica a distanza e Università (Telematiche)“: questo è il titolo del post in difesa delle Università Telematiche, pubblicato su Facebook dal Professor Tommaso Minerva, presidente del corso di Laurea in Digital Education all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e direttore del Centro Interateneo Edunova, specializzato nella progettazione e gestione di progetti di e-learning.
Il professore sostiene che, nonostante le 11 Università Online Riconosciute dal MIUR siano state accreditati dall’ANVUR (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), al momento c’è ancora chi mette ne in dubbio la qualità dei corsi di studio.
“Le Università tradizionali stanno sistematicamente – ovviamente con le note eccezioni – percorrendo il sentiero della demonizzazione della didattica telematica o a distanza. A mio avviso facendo due errori strategici grossolani:
- si negano la possibilità di una riflessione sull’innovazione didattica, anche utilizzando le tecnologie (che nuove non sono più)
- lasciano ampio margine (via libera) di azione all’interno di un mercato in rapida crescita”
Ovviamente nell’ultimo periodo i neo-immatricolati sono in costante ascesa: basti pensare che negli ultimi dieci anni, il numero degli iscritti alle Università Telematiche è passato dal 3% circa, fino a superare il 10% della popolazione studentesca. Senza contare che in seguito alla diffusione del Covid e quindi l’emergenza sanitaria, in Italia e non solo, il numero degli iscritti è aumentato ancora di più; inoltre le stesse università frontali sono dovute correre ai ripari cercando di “imitare” proprio le università telematiche e il loro metodo di studio a distanza.
Il docente termina il post con due riflessioni: “Scommettiamo che questi numeri cresceranno (e di molto) già nel 2021 e nei prossimi anni? E che questa crescita verrà sostenuta da azioni di miglioramento qualitativo delle università telematiche stesse? E le università tradizionali… che fanno? L’unica risposta che sanno dare è una mera auto-referenzialità, una incapacità di avviare processi di innovazione e di trasformazione all’insegna dell’alta qualità didattica e scientifica. Una opportunità di crescita e di sviluppo viene accantonata”.